L’EOLICO E LE RINNOVABILI DEVONO ESSERE TUTELATI


Pale eoliche

Pale eoliche

“La produzione di energia pulita va tutelata e sviluppata nella legalità e trasparenza. La crescita dell’impero che oggi è finito sotto confisca è anche il frutto della scarsa trasparenza”: così Legambiente commenta la confisca in primo grado del patrimonio di Vito Nicastri disposta dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Trapani, per un ammontare complessivo di 1,3 miliardi di euro. La più ingente misura di confisca antimafia mai effettuata prima d`ora. Il provvedimento, che fa seguito al sequestro effettuato nel 2010, “conferma la bontà delle indagini svolte dalla Direzione investigativa antimafia in un settore per molti aspetti strategico per il nostro paese come quello delle energie rinnovabili”, sottolinea l’associazione.

La Campania una regione GREEN con il primato di approviggionamento di energia da Fonti rinnovabili


Campania Green - La regione tra le più green d'Italia

Campania Green – La regione tra le più green d’Italia

di Roberto sija 51: Il 14 marzo il Ministero dell’Ambiente ha diffuso i dati relativi allo sfruttamento e all’utilizzo delle fonti rinnovabili per l’approviggionamento energetico.

Tali dati contribuiscono a classificare la Campania tra le Regioni più green d’Italia, grazie alla promozione di una valida politica energetica basata sull’uso delle fonti rinnovabili e alla presenza di oltre 350mila ettari di aree naturali protette.

Il Consiglio della Regione Campania ha, infatti a gennaio 2013, approvato la nuova norma che riguarda la concessione di aiuti alle imprese e alle famiglie per l’energia solare nel territorio.

Per il ministro dell’Ambiente Corrado Clini l’ok della Conferenza Unificata «rappresenta un nuovo passo di semplificazione per le Rinnovabili e verso l’efficienza energetica, la riduzione dei consumi, il risparmio di risorse e la cosiddetta de carbonizzazione dell’economia».

La diffusione delle fonti rinnovabili nel territorio regionale, che sarà oggetto di dibattito nel corso del salone EnergyMed (mostra convegno organizzata dall’Anea – Agenzia Napoletana Energia e Ambiente che si terrà l’11 e il 12 aprile), si caratterizza per alcune cifre interessanti.

La Campania è al terzo posto nella penisola per la produzione di energia eolica, dopo Puglia e Sicilia, mentre gli impianti per l’energia solare ammontano a 4.539. Per quanto riguarda il consumo di energia verde da parte dei cittadini, la percentuale è pari al 14,3%.

In occasione di EnergyMed saranno presentati i nuovi Distretti Energia da parte dell’assessorato regionale all’Università e alla Ricerca: si tratta di sei distretti, tra cui Aerospazio, Beni culturali, Edilizia ecosostenibile, Biotecnologie, Trasporti e Logistica, che riceveranno un finanziamento di 270 milioni di euro grazie alle risorse dell’O.O. del Pofesr Campania 2007/2013.

Finalmente un primato per una terra che ha dato natali ad innumerevoli artisti poeti e sede di alcune delle più belle meraviglie dell’Italia.

 

Roberto Saija 51

Quinto Conto Energia: dov’è la verità?


 Rinnovabili sì, rinnovabili no, rinnovabili forse, chissà… magari domani. Per chiarire meglio la questione abbiamo realizzato uno speciale dedicato all’argomento con la collaborazione diRoberto Saija, un imprenditore esperto nel settore del fotovoltaico. In questi giorni si sentono una gran quantità di tesi contraddittorie sui benefici e malefici presunti, tra energia verde e tradizionale. Il bello è che le argomentazioni sembrerebbero tutte giuste, sia per l’una che per l’altra tesi. Ma è mai possibile? E’ possibile che sia così difficile capire se e quanto le rinnovabili facciano bene o male alle famiglie italiane e al futuro del nostro paese? Chi stabilisce le regole, che cosa veramente incide sulla bolletta energetica?

Fotovoltaico

Prima di tutto è bene distinguere tra il fotovoltaico e il resto delle energie rinnovabili, perché, mentre l’energia prodotta dai pannelli solari ha fatto registrare una crescita sorprendente dal 2005 (anno del 1° conto energia) ad oggi, l’aumento dalle altre fonti è stato decisamente più moderato. Di conseguenza anche il peso degli aiuti ha inciso diversamente: 6 miliardi di euro al solare e 3 miliardi di euro al resto. Come spiega Roberto Saija: “il V Conto Energia ha fatto scattare l’allarme nel settore del fotovoltaico a causa di una forte riduzione degli incentivi. La riduzione si deve al calcolo sulla durata del programma di incentivazione alle rinnovabili di 15-20 anni: di questo passo si superano i 150 miliardi di euro di incentivi che comporterebbe un aggravio di 90 euro anno a famiglia ovvero 120 euro alla fine del 2012 invece dei 30 euro del 2009″.

L’autorità per l’Energia avalla un aumento della bolletta del 4% con grande enfasi, che segue un primo aumento, ancora più alto (5,8%), derivante dalla crescita del costo del petrolio e del gas.

Le rinnovabili fanno calare i prezzi

Tra botta e risposta sui media, Repubblica va in netta controtendenza e parla di un crollo dei prezzi dell’elettricità per 37 miliardi di euro in 20 anni. I dati escono fuori dall’Irex Annual report 2012 dell’istituto Althesys. L’Espresso pubblica un’intervista del prof. Alberto Clò, ex ministro dell’industria ed esperto del settore, che spiega come l’Italia produca il doppio del nostro fabbisogno energetico, auspicando il mantenimento e l’ottimizzazione delle centrali esistenti.

Com’è possibile?

Gaetano Buglisi di Asso Energie Future, ha indagato sui costi in ballo, e sostiene quanto in parte anticipato dalla sua associazione, ovvero che, tra costi e benefici, si ha un saldo positivo al 2030 tra 21 e 37 miliardi più o meno. Quindi i 150 miliardi sono una cifra completamente sballata, perché non bisogna moltiplicare la differenza di quello che oggi si riceve attraverso gli incentivi e l’attuale valore di mercato, per i venti anni di validità del programma. Perché il costo del chilovattora non sarà fisso, al contrario prevediamo che il prezzo di mercato crescerà fino a superare il valore degli incentivi (che invece resterà immutato nei 20 anni) e a quel punto avremo un costo delle rinnovabili inferiore a quello dei fossili.

Ma allora a chi dare ragione?

Nella valutazione complessiva bisogna anche considerare che le nostre bollette elettriche non sono la semplice somma algebrica di costi di produzione, trasporto, impianti etc. Ma anche di costi che sosteniamo e che sono derivati da fattori esterni per la tutela delle installazioni e la difesa della produzione e trasporto della materia fossile. Che il petrolio non è perenne, che non servono extra costi per abbattimento e smaltimento di scorie e altro. Soprattutto che sole, vento e geotermia sono prodotti di casa Italia, e il loro prezzo resta quello e non esiste guerra o crisi che possano chiudere i rubinetti. Inoltre un euro non investito oggi per ridurre le emissioni di co2 ne costerà più di 4 nel 2020 per compensare la nuova crescita di emissioni. C’è di che riflettere.