SOLAREXPO, TORNA IL FOCUS SU TECNOLOGIA E FINANZA VERDE


SolarExpo

SolarEXPO

Innovazione tecnologica, market trend, strategie di internazionalizzazione e nuove soluzioni in ambito green finance. Questi gli elementi attorno cui ruotera’ la 14esima edizione di Solarexpo in programma alla Fiera Milano-Rho, dall’8 al 10 maggio. Confermata la presenza di aziende di rilievo in tutti gli ambiti tecnologici del settore fotovoltaico e un parterre autorevole di esperti a livello internazionale.

Un appuntamento importante che si rinnova quest’anno, divenuto punto di riferimento importante. Ad oggi sono oltre 400 gli espositori iscritti, tra aziende e marchi rappresentati, e oltre 300 i relatori che interverranno negli appuntamenti convegnistici, valore aggiunto di una fiera da sempre vetrina di novita’ e appuntamento di riferimento specializzato per l’intera business community del solare.

La Campania una regione GREEN con il primato di approviggionamento di energia da Fonti rinnovabili


Campania Green - La regione tra le più green d'Italia

Campania Green – La regione tra le più green d’Italia

di Roberto sija 51: Il 14 marzo il Ministero dell’Ambiente ha diffuso i dati relativi allo sfruttamento e all’utilizzo delle fonti rinnovabili per l’approviggionamento energetico.

Tali dati contribuiscono a classificare la Campania tra le Regioni più green d’Italia, grazie alla promozione di una valida politica energetica basata sull’uso delle fonti rinnovabili e alla presenza di oltre 350mila ettari di aree naturali protette.

Il Consiglio della Regione Campania ha, infatti a gennaio 2013, approvato la nuova norma che riguarda la concessione di aiuti alle imprese e alle famiglie per l’energia solare nel territorio.

Per il ministro dell’Ambiente Corrado Clini l’ok della Conferenza Unificata «rappresenta un nuovo passo di semplificazione per le Rinnovabili e verso l’efficienza energetica, la riduzione dei consumi, il risparmio di risorse e la cosiddetta de carbonizzazione dell’economia».

La diffusione delle fonti rinnovabili nel territorio regionale, che sarà oggetto di dibattito nel corso del salone EnergyMed (mostra convegno organizzata dall’Anea – Agenzia Napoletana Energia e Ambiente che si terrà l’11 e il 12 aprile), si caratterizza per alcune cifre interessanti.

La Campania è al terzo posto nella penisola per la produzione di energia eolica, dopo Puglia e Sicilia, mentre gli impianti per l’energia solare ammontano a 4.539. Per quanto riguarda il consumo di energia verde da parte dei cittadini, la percentuale è pari al 14,3%.

In occasione di EnergyMed saranno presentati i nuovi Distretti Energia da parte dell’assessorato regionale all’Università e alla Ricerca: si tratta di sei distretti, tra cui Aerospazio, Beni culturali, Edilizia ecosostenibile, Biotecnologie, Trasporti e Logistica, che riceveranno un finanziamento di 270 milioni di euro grazie alle risorse dell’O.O. del Pofesr Campania 2007/2013.

Finalmente un primato per una terra che ha dato natali ad innumerevoli artisti poeti e sede di alcune delle più belle meraviglie dell’Italia.

 

Roberto Saija 51

Ancora belle notizie sul fronte Green Energy Il sole muove i traghetti


Traghetto elettrico così il candore dei fiordi norvergesi verrà preservato - Roberto Saija

Traghetto elettrico così il candore dei fiordi norvergesi verrà preservato

Entrerà in funzione concretamente tra due anni. Di fatto il traghetto elettrico dal 2015 servirà a coprire la tratta del fiordo più lungo della Norvegia: Sognefjord, 204 km, che si estende da Lavik a Oppedal. La speranza è che l’elettrico sostituisca tutti i motori, anche per le imbarcazioni pesanti che si spostano sui mari.

 

Si tratta del primo traghetto elettrico al mondo, le cui batterie sono in grado di ricaricarsi in appena dieci minuti, fornendo ai due motori fino a 800 kW di energia. Il nuovo traghetto è in grado di operare in modo efficiente ad una velocità di dieci nodi con 400kW di energia. Realizzato in alluminio per guadagnare in leggerezza, misura 80 metri e può trasportare 360 passeggeri e 120 automobili. Essendo un catamarano con due stretti scafi riesce a minimizzare la resistenza dell’acqua.

 

Quando la tecnologia di base e industriale renederà gli accumulatori più efficienti sia a livello economico che di performance il mondo potrà fare un drastico taglio allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi tra case autosufficienti e mezzi elettrici il modo cambierà e mi emoziono a dire “Avremo un mondo più pulito” e magari nostra madre terrà troverà il modo di ringrazziarci

 

Roberto Saija 51

CAMBIANO I MINISTRI MA LA SOLFA E’ LA STESSA. RIECCO PETROLIO E CARBONE CON PASSERA E COMPAGNI


Tra i regali di Natale che il Governo ci farà, quello con la sorpresa maggiore, verrà dal ministro Corrado Passera che ci porterà una nuova efficienza energetica. In un’audizione al Senato, riportata da Il Sole 24 Ore, il ministro dello Sviluppo economico promette una strategia “per far sì che l’energia non rappresenti più un fattore strutturale di svantaggio competitivo e di appesantimento del bilancio familiare”. Come? Con il rilancio delle estrazioni nazionali di idrocarburi e l’adeguamento della rete elettrica. E senza avere timore dei possibili rischi ambientali perché Passera tiene a precisare che saranno conservati i nostri già alti standard di sicurezza!

Ma andando alle urne, non per scrivere una lettera a Babbo Natale, ma per esprimere un proprio parere in merito al futuro energetico del paese, gli italiani, bocciando il nucleare, avevano anche espresso la volontà di un’energia a rischio zero. E adesso che il nucleare è respinto cosa si fa? Si rilanciano le fonti fossili, petrolio e carbone in testa, che però Passera ci assicura sono garantiti da alti standard di sicurezza. Eppure solo nel febbraio 2011 il ministro Romani aveva proposto un quadro bilanciato dell’energia in cui i rapporti erano: 55% fossili, 25% nucleare e 20% rinnovabili. Sembra un secolo fa ma sono passati 20 mesi. Anche questo governo, come l’altro, sembra infischiarsene del parere degli italiani e per giustificare questa decisione Passera ritiene doveroso sfruttare al meglio le riserve di idrocarburi italiani (“le più importanti in Europa dopo i paesi nordici”). Questo porterà ricadute positive in termini di alleggerimento della bolletta energetica nazionale, di occupazione, di crescita economica e di royaltyes alle comunità locali. Il ministro sostiene che “Un equilibrato rilancio del nostro upstream potrebbe attivare investimenti per circa 15 milioni di euro garantendo un risparmio sulle bollette per 5 milioni di euro”. Cosa ne pensano i piccoli e medi produttori dell’energia rinnovabile? L’ingegner Roberto Saija, è uno di loro. Amministra alcune società che all’inizio dell’era delle rinnovabili hanno creduto in questo mercato, investendo secondo le regole dettate dal Governo. “Una politica di efficientamento e di risparmio dell’energia va perseguita sempre e comunque. Ci mancherebbe altro! Ma servono risorse da stanziare non solo per i privati ma soprattutto per lo stato che è il primo “sprecone”, quando si parla di energia, avendo impianti obsoleti e gestiti in modo pessimo. In realtà, quello che serve è un piano perseguibile dal pubblico e dal privato. Per quanto riguarda la sicurezza sull’estrazione dei combustibili fossili e sulla raffinazione il ministro dichiara che il Governo ”non intende perseguire lo sviluppo di progetti in aree sensibili in mare o in terraferma» ed esclude il ricorso nel nostro paese allo shale gas (l’estrazione di metano con la tecnica della fratturazione idraulica del sottosuolo che sta trasformando gli Usa da importatore a esportatore di gas). Ma la chicca natalizia, Passera ce la regala quando parla degli incentivi al fotovoltaico, che fino a qualche tempo fa costituivano parte del suo programma di rilancio dell’economia con un’iniezione di “verde” seppur in linea con i livelli europei. Oggi, anche Passera cambia faccia e sostiene «Finché ci sono io potete essere sicuri che gli errori fatti nel passato non saranno ripetuti» riferendosi alle erogazioni dei sussidi al fotovoltaico. Sì alla sperimentazione delle batterie, ma solo per verificare la loro reale convenienza. E con la creazione, in ogni caso, di una filiera industriale nazionale. L’ingegner Roberto Saija non è d’accordo: “Gli errori del passato non sono aver dato contributi più o meno alti alle rinnovabili, ma quello che manca è un piano per l’approvvigionamento energetico di una nazione per i prossimi 20 anni. Un piano che non può essere cambiato ogni 6 mesi, perchè costruire impianti e infrastrutture elettriche è un impegno per il quale servono 3-8 anni e capitali ingenti che non possono avere incertezze normative così repentine”. Ma sono così economi chele fonti combustibili? Dei costi del carbone e del petrolio non si discute mai: salute, danno ambientale, costi delle infrastrutture pagate con soldi pubblici ecc. Nessuno vuol dire la verità perché inquina anche l’immagine delle grandi aziende che sono quelle che premono perché questa odiosa piaga delle piccole e medie imprese del settore delle rinnovabili, si rimuova quanto prima possibile.