SOLAREXPO, TORNA IL FOCUS SU TECNOLOGIA E FINANZA VERDE


SolarExpo

SolarEXPO

Innovazione tecnologica, market trend, strategie di internazionalizzazione e nuove soluzioni in ambito green finance. Questi gli elementi attorno cui ruotera’ la 14esima edizione di Solarexpo in programma alla Fiera Milano-Rho, dall’8 al 10 maggio. Confermata la presenza di aziende di rilievo in tutti gli ambiti tecnologici del settore fotovoltaico e un parterre autorevole di esperti a livello internazionale.

Un appuntamento importante che si rinnova quest’anno, divenuto punto di riferimento importante. Ad oggi sono oltre 400 gli espositori iscritti, tra aziende e marchi rappresentati, e oltre 300 i relatori che interverranno negli appuntamenti convegnistici, valore aggiunto di una fiera da sempre vetrina di novita’ e appuntamento di riferimento specializzato per l’intera business community del solare.

CAMBIANO I MINISTRI MA LA SOLFA E’ LA STESSA. RIECCO PETROLIO E CARBONE CON PASSERA E COMPAGNI


Tra i regali di Natale che il Governo ci farà, quello con la sorpresa maggiore, verrà dal ministro Corrado Passera che ci porterà una nuova efficienza energetica. In un’audizione al Senato, riportata da Il Sole 24 Ore, il ministro dello Sviluppo economico promette una strategia “per far sì che l’energia non rappresenti più un fattore strutturale di svantaggio competitivo e di appesantimento del bilancio familiare”. Come? Con il rilancio delle estrazioni nazionali di idrocarburi e l’adeguamento della rete elettrica. E senza avere timore dei possibili rischi ambientali perché Passera tiene a precisare che saranno conservati i nostri già alti standard di sicurezza!

Ma andando alle urne, non per scrivere una lettera a Babbo Natale, ma per esprimere un proprio parere in merito al futuro energetico del paese, gli italiani, bocciando il nucleare, avevano anche espresso la volontà di un’energia a rischio zero. E adesso che il nucleare è respinto cosa si fa? Si rilanciano le fonti fossili, petrolio e carbone in testa, che però Passera ci assicura sono garantiti da alti standard di sicurezza. Eppure solo nel febbraio 2011 il ministro Romani aveva proposto un quadro bilanciato dell’energia in cui i rapporti erano: 55% fossili, 25% nucleare e 20% rinnovabili. Sembra un secolo fa ma sono passati 20 mesi. Anche questo governo, come l’altro, sembra infischiarsene del parere degli italiani e per giustificare questa decisione Passera ritiene doveroso sfruttare al meglio le riserve di idrocarburi italiani (“le più importanti in Europa dopo i paesi nordici”). Questo porterà ricadute positive in termini di alleggerimento della bolletta energetica nazionale, di occupazione, di crescita economica e di royaltyes alle comunità locali. Il ministro sostiene che “Un equilibrato rilancio del nostro upstream potrebbe attivare investimenti per circa 15 milioni di euro garantendo un risparmio sulle bollette per 5 milioni di euro”. Cosa ne pensano i piccoli e medi produttori dell’energia rinnovabile? L’ingegner Roberto Saija, è uno di loro. Amministra alcune società che all’inizio dell’era delle rinnovabili hanno creduto in questo mercato, investendo secondo le regole dettate dal Governo. “Una politica di efficientamento e di risparmio dell’energia va perseguita sempre e comunque. Ci mancherebbe altro! Ma servono risorse da stanziare non solo per i privati ma soprattutto per lo stato che è il primo “sprecone”, quando si parla di energia, avendo impianti obsoleti e gestiti in modo pessimo. In realtà, quello che serve è un piano perseguibile dal pubblico e dal privato. Per quanto riguarda la sicurezza sull’estrazione dei combustibili fossili e sulla raffinazione il ministro dichiara che il Governo ”non intende perseguire lo sviluppo di progetti in aree sensibili in mare o in terraferma» ed esclude il ricorso nel nostro paese allo shale gas (l’estrazione di metano con la tecnica della fratturazione idraulica del sottosuolo che sta trasformando gli Usa da importatore a esportatore di gas). Ma la chicca natalizia, Passera ce la regala quando parla degli incentivi al fotovoltaico, che fino a qualche tempo fa costituivano parte del suo programma di rilancio dell’economia con un’iniezione di “verde” seppur in linea con i livelli europei. Oggi, anche Passera cambia faccia e sostiene «Finché ci sono io potete essere sicuri che gli errori fatti nel passato non saranno ripetuti» riferendosi alle erogazioni dei sussidi al fotovoltaico. Sì alla sperimentazione delle batterie, ma solo per verificare la loro reale convenienza. E con la creazione, in ogni caso, di una filiera industriale nazionale. L’ingegner Roberto Saija non è d’accordo: “Gli errori del passato non sono aver dato contributi più o meno alti alle rinnovabili, ma quello che manca è un piano per l’approvvigionamento energetico di una nazione per i prossimi 20 anni. Un piano che non può essere cambiato ogni 6 mesi, perchè costruire impianti e infrastrutture elettriche è un impegno per il quale servono 3-8 anni e capitali ingenti che non possono avere incertezze normative così repentine”. Ma sono così economi chele fonti combustibili? Dei costi del carbone e del petrolio non si discute mai: salute, danno ambientale, costi delle infrastrutture pagate con soldi pubblici ecc. Nessuno vuol dire la verità perché inquina anche l’immagine delle grandi aziende che sono quelle che premono perché questa odiosa piaga delle piccole e medie imprese del settore delle rinnovabili, si rimuova quanto prima possibile.